L’avvento dei social ha indubbiamente modificato la comunicazione e la diffusione di informazioni e pensieri, nel bene e nel male.
Cosí è stato per movimenti di liberazione ma anche per messaggi legati al terrorismo e per reclutare giovani per la causa, tanto che si è parlato di “cyber terrorismo.
Ora i social si ribellano! Come è giá successo per la pedopornografia e la protezione dei copyright Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno annunciato che lavoreranno insieme per costruire un superdatabase di contenuti a rischio (foto, immagini, testi) utilizzati per spingere le persone a unirsi a gruppi estremisti.
Il progetto è stato lanciato, tramite comunicato congiunto dei quattro colossi digitali, ai primi di dicembre, anche sotto la spinta dell’Unione Europea.
Di fatto le quattro aziende creeranno una sorta di database condiviso che permetta loro di tracciare le “impronte digitali” degli account che condividono immagini e video a sfondo terroristico, così da permetterne la semplice rimozione dai rispettivi network. Quando Facebook, Twitter, YouTube o Microsoft eliminano una foto o un video di propaganda, verrà aggiunto al contenuto in questione una specie di “impronta digitale”, un hash, che lo renda identificabile; tale hash verrà aggiunto al database condiviso, che potrà essere consultato da ciascuno dei quattro attori per identificare lo stesso contenuto sulle rispettive reti e procedere all’eliminazione, in base ai termini di servizio di ogni azienda.
Negli USA la lotta al terrorismo è ancora piú severa, il Dipartimento per la Sicurezza statunitense ha richiesto di poter passare al setaccio il profilo Facebook di chi chiede un visto per visitare il Paese. Ovivamente la proposta ha ricevuto reazioni contrastanti, chi dubita delléffettiva efficienza delle misure che verranno addotatte (i profili “a rischio’possono essere sotto falso nome, quindi non riconducibili al reale proprietario), chi teme i risvolti di questa intrusione nella privacy, chi preferisce la sicurezza alla segretezza.
La strada è ancora in salita per questo progetto ma nel frattempo lo stato di New York lancia un’app anti terrorismo “See Something, Send Something / Vedi qualcosa, manda qualcosa”.
Questa applicazione vuole incoraggiare i newyorchesi ad allertare le autorità su possibili minacce terroristiche, lo stato americano ha infatti commissionato all’azienda My Mobile Witness un’app per smartphone che permette di inviare in maniera sicura e anonima testimonianze di situazioni potenzialmente pericolose.