A creare problemi alla criptovaluta più famosa del mondo non è tanto la borsa, dove tutte le criptovalute sono più o meno stabili, salvo lievi oscillazioni (il bitcoin ai primi di luglio era quotato oltre i 6.500 euro), bensì la cattiva fama!
Intanto non sono molti i negozianti che accettano le valute virtuali ma anche quelli che si aprono alla novitá, come Massimo Tirelli titolare di un negozio di abbigliamento di Piacenza, dichiarano che pochi clienti chiedono informazioni e nessuno ha ancora effettuato acquisti con Bitcoin.
E questo sarebbe nulla…se non che un “grido di allarme” giunge dal grande truffatore “the Wolf of Wall Street”. ex broker reso famoso da Leonardo DiCaprio nell’omonimo recente film.
Belfort, intimamente legato alle truffe, identifica la maggiore criptovaluta per capitalizzazione di mercato come un fenomeno basato unicamente sulla Great Fools Theory – la più grande teoria degli sciocchi – ovvero quella che definisce il prezzo di un oggetto non dipendente dal suo valore intrinseco, ma condizionato solo da credenze e aspettative irrazionali del mercato.
Insomma sostiene che la realtá del Bitcoin è pericolosamente simile alle truffe da lui perpetrate a beneficio della sua Stratton Oakmont, società che gli ha permesso di guadagnare 200 milioni di dollari tra il 1989 e il 1998, prima dell’arresto, la collaborazione con l’FBI e la condanna a rimborsare le sue 1.513 vittime, per una cifra totale di 110,4 milioni di dollari.
Nel 2017 le grandi oscillazioni del Bitcoin sembrano dargli ragione: la moneta virtuale in quell’anno è passata da meno di 1.000 dollari ai quasi 20.000 di dicembre, quando ha raggiunto il suo massimo storico, prima di dare avvio al crollo partito all’inizio di quest’anno.
Tra i detrattori di questa moneta troviamo anche Warren Buffett, CEO di Berkshire Hathaway da sempre critico verso le criptovalute, ne ha evidenziato la mancanza di valore intrinseco, definendolo anche lui un asset che non produce nulla. Il suo valore cresce solo perché le persone continuano a investirci del denaro.