Criptovalute e il potere dei super chip

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Probabilmente la peculiarità più discussa delle criptovalute è la loro caratteristica di essere decentralizzate. Proprio per questo nessun individuo, nessuna azienda e nessuna organizzazione dovrebbe poter essere in grado di determinare il futuro di una criptomoneta. Quello che sembrava essere una certezza e caratteristica determinante delle criptovalute sembra oggi essere messa in dubbio. La “minaccia” potenziale è rappresentata dai cosiddetti ASIC, processori specificamente concepiti per il mining delle criptovalute.

Gli ASIC provenienti dalla Cina
ASIC è l’acronimo di “Application-specific integrated circuits”, ovvero circuiti integrati specifici per risolvere un’applicazione di calcolo. Essi eseguono i calcoli necessari per il mining in modo molto più efficiente di quanto l’hardware standard possa fare. Tuttavia anche utilizzando gli ASIC, i “minatori” non dovrebbero essere in grado di raggiungere una posizione dominante su una valuta. C’è invece un’azienda che lentamente sembra dominare il mercato: Bitmain, azienda cinese con sede a Pechino, fondata nel 2013 da Jihan Wu analista finanziario e investitore e Micree Zhan, CEO di una startup. Bitmain non è di certo senza concorrenza. David Vorick, ad esempio, fondatore di Sia, servizio di archiviazione basato sulla tecnologia Blockchain, sta rispondendo al colosso del mining criptografico. L’imprenditore americano ha fondato la propria azienda denominata Obelisk, che produrrà ASIC e si contrapporrà ai sistemi hardware di Bitmain. Nel frattempo la comunità intorno alle criptovalute non resta con le mani in mano ed è alla presa con la progettazione di una soluzione: rendere le monete virtuali resistenti all’ASIC adattando il software. L’idea è quella di colpire le grandi aziende di mining come Bitmain. Secondo Vorick però le speranze di eliminare gli ASIC non sono molte. I produttori di hardware, avendo un’ampia libertà di progettazione, riuscirebbero comunque a sviluppare chip personalizzati che in qualche modo bypasserebbero anche i nuovi algoritmi di mining che invece dovrebbero bloccare.

Un’enorme potenza di calcolo nelle mani di pochi
Il processo di mining consiste nell’aggiunta di nuovi blocchi di transazione all’interno della Blockchain. Per far ciò i miner devono azzeccare un numero specifico utilizzando una grande potenza di calcolo, collegando così il nuovo blocco crittograficamente con il precedente. Trovato il numero e rendendo tutte le voci presenti a prova di manomissione, il minatore dimostra di aver svolto il suo lavoro per salvaguardare la Blockchain e riceve una ricompensa sotto forma di criptovaluta. Pochi anni dopo il lancio di Bitcoin, le startup avevano iniziato a produrre ASIC per il mining crittografico. Quasi la totalità di queste aziende sono oramai fallite, Bitmain resta una grande eccezione. Il gruppo cinese controlla attualmente oltre il 70% del mercato dell’hardware per il mining del Bitcoin. L’azienda utilizza inoltre anche per sé stessa l’attrezzatura hardware per l’estrazione di bitcoin. Secondo Blockchain.info, i bacini di mining collegati a Bitmain controllerebbero più del 40% della potenza di calcolo per l’estrazione di bitcoin.

Fonte: Blockchain.info

Bitmain ha ampliato la propria attività e ha lanciato recentemente ASIC anche per altre forme di mining come Ether, Zcash, Monero e SiaCoin. Ciò ha portato gli utenti e sviluppatori di queste monete a temere che Bitmain e i suoi partner possano riuscire ad apportare una notevole capacità di mining, che si tradurrebbe nella possibilità di attaccare una valuta o causare possibili disagi.

Le aziende sono già corse ai ripari rilasciando aggiornamenti del software come hanno già fatto SiaCoin e Monero. Quest’ultima attraverso il DevLead Riccardo Spagni ha lanciato su Twitter un messaggio chiaro.
Il progresso tecnologico non conosce sosta. Se oggi Bitmain è l’azienda leader per l’hardware per il mining, resta da vedere se la resistenza all’ASIC cambi le carte in tavola.

Simone Catania, redattore news.srl