I big dell’informatica e l’Intelligenza Artificiale

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Tutti i colossi dell’informatica si sono misurati con l’Intelligenza Artificiale e con la sua realtá, rendendosi conto di opportunitá e problematiche che questa comporta.

Da un’inevitabile analisi etica nasce, nel 2016, un progetto chiamato: “The Partnership on Artificial Intelligence to Benefit People and Society”. L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che alza così tanto l’asticella nei confronti degli standard che necessita anche di formule di controllo, misure di autogestione e tutta la necessaria consapevolezza. Lo scopo del progetto è quello di creare una serie di best practices e potenziare la pubblica consapevolezza, circa l’essenza dell’Intelligenza Artificiale, i suoi usi, le sue implicazioni e le sue applicazioni, perché la conoscenza evita paure e diffidenze. Il gruppo, alla sua nascita, era composto da aziende di eccellenza nel settore, come Amazon, Google, Facebook, Microsoft e personalitá del mondo accademico e no-profit.

Da fine gennaio fa parte del gioco anche Apple, in realtá l’azienda di Cupertino è stata coinvolta al progetto prima ancora della fondazione, ma ora il suo coinvolgimento diventa ufficiale, questo potrebbe significare un leggero cambiamento delle politiche interne di segretezza delle sue ricerche e progetti.

Il consiglio, che inizialmente era previsto di 10 membri, risulta ora così composto: Dario Amodei (OpenAI), Subbarao Kambhampati (Association for the Advancement of Artificial Intelligence & ASU), Deirdre Mulligan (UC Berkeley), Carol Rose (American Civil Liberties Union), Eric Sears (MacArthur Foundation), and Jason Furman (Peterson Institute of International Economics) che si uniranno ai rappresentati delle società fondatrici: Greg Corrado di Google/DeepMind, Tom Gruber  di Apple, Ralf Herbrich di Amazon, Eric Horvitz di Microsoft, Yann Lecun di Facebook) e Francesca Rossi di IBM

Anche se entrare a far parte del gruppo non significa mettere a fattor comune le rispettive conoscenze ed i rispettivi progetti, ma soltanto creare un tavolo di lavoro che permetta di completare quanto le aziende stanno sviluppando nel mondo dell’IA.

Il team lavorerà anzitutto su questioni come etica e inclusività, trasparenza e privacy, interoperabilità, collaborazione tra persone e sistemi IA, cercando di creare il giusto contesto all’interno del quale lavorare per lo sviluppo organico e collettivo dell’Intelligenza Artificiale.

Come dicevamo tutte le aziende coinvolte hanno avvicinato l’AI in diversi modi:

Google ne ha sviluppata una in grado di battere il campione mondiale dell’antico gioco cinese GO e recentemente sta rimpolpando il suo team di ricerca nel settore

Microsoft ha cercato già di sperimentare sul campo un’AI attraverso una chat bot su Twitter

Facebook attraverso Facebook AI Research (FAIR) si sta concentrando sul riconoscimento di immagini e sulla comprensione del linguaggio naturale utilizzato dalle persone

Amazon sembra essersi concentrata sulla capacità di comprendere il linguaggio e i comandi vocali

IBM sembra da parte sua arrivata a sviluppare un’AI (Watson) in grado tra l’altro di produrre un trailer cinematografico e di offrire assistenza agli insegnanti nel rispondere alle domande degli alunni

Apple è stato tra i primi colossi a credere nell’IA, con l’introduzione di Siri, il primo assistente vocale “intelligente”, anche se ultimamente ha perso un po’ di smalto contro Google Assistant e soprattutto Alexa di Amazon.